Qual è il collegamento fra la cipolla e l’apostolo Pietro? Forse la risposta è in una legenda isernina, che conta varianti in latri luoghi.
Un giorno, la madre di san Pietro, donna avara e cattiva, mentre sciacquava in un ruscello delle cipolle appena colte, se ne fece sfuggire una di mano, che fu portata via dalla corrente. Poco più giù una povera vecchina riuscì ad afferrare l’ortaggio e chiese alla madre di san Pietro il permesso di mangiarlo, perché aveva fame. Quella, per la prima volta nella sua vita, fu colta da benevolenza e annuì.
Quando la mamma di san Pietro morì, fu mandata all’inferno a causa della sua avarizia. Ne rimase scontenta e irritata. Così ricorse al figlio. “Figliolo, mi hanno messo tra le fiamme; è un tormento. Non abbandonare la tua mammina, portami in paradiso”.
San Pietro le rispose che non si poteva: “Cosa direbbero le altre anime, mamma?”
La donna non faceva altro che chiamarlo per ripetergli di trasferirla in paradiso. Allora, per far cessare quel lamento, san Pietro decise ad invocare l’intervento di Gesù per tirarla via di lì.
“Dopo tutto – disse il santo al signore – una volta ha fatto la carità ad una vecchia affamata. Le ha regalato una cipolla”.A Gesù venne quasi da ridere, però, per far piacere a Pietro, acconsentì che la madre potesse uscire dall’inferno. “Se è stta così caritatevole – rispose ironicamente Gesù – falla appendere ad una resta di cipolle e portala con te in paradiso”.
Appesa la madre alla resta, il santo cominciò a farla salire verso il paradiso, ma le altre anime dannate sia avvinghiarono alla veste della donna per salvarsi anch’esse. Ella, allora, cattiva com’era, urlò loro di staccarsi e menò calcioni, perché voleva salvarsi da sola. E tanto urlò e si dimenò che la resta si spezzò, facendola precipitare nuovamente e definitivamente all’inferno.
(Fonte: LA FIERA DELLE CIPOLLE – Un’antica tradizione isernina – Progetto Allium Cepa; coordinatore Giulio Castiello, testi Mauro Gioielli)